Lidia Bagnoli

il 26 novembre 2022

Scorie del tempo

Mostra in biblioteca

Le Scorie del tempo sono i lacerti che la vita ha lasciato indietro, piccoli o grandi frammenti su cui il passato e il presente si sono infranti e, per dirla con Montale, così “non c’è distanza tra il millennio e l’istante”. Come in un incantesimo, il tempo si è fermato in un’eternità carica di presagi, in una vertigine che trasforma le facciate dei palazzi veneziani o genovesi in muri invalicabili, gli antichi velieri in relitti scheletrici, gli alberi secchi come radici in desolati crocifissi e le vestigia di archeologia industriale in spettrali città dantesche.

Lidia Bagnoli ha immortalato le sue Scorie dopo averle raccolte lungo le strade della vita, le ha chiuse dentro paesaggi carichi di ombre, di macerie, di plumbei silenzi.
Accostate una all’altra, per similitudine o per contrappunto, le Scorie si sedimentano sulla carta o sulla tela in un dialogo serrato tra simboli e materia, tra dentro e fuori, tra certezze e speranze, alla continua ricerca di significati, di risposte, di segreti.

Sono carte, queste di Lidia, che hanno la “pelle” graffiata dalla punta della matita, hanno i colori impolverati dalla fuliggine del carbone e lo spazio trafitto da bagliori temporaleschi. Sono visioni che nascono dal buio della notte perché squarciano la memoria in uno sturm und drang wagneriano e portano in filigrana, impressa nella loro essenziale monumentalità, la dimestichezza con lo spazio scenico, arte in cui Lidia Bagnoli per tanti anni ha sperimentato la propria espressività. Nonostante le tinte cupe e pensose, i crolli, le nere scorticazioni e gli accenti di ruggine, qua e là affiorano scritte e segni di speranza e di salvezza: la parola “peace” sotto la carcassa della nave oppure il tricolore italiano che per assurdo sventola dalle torri di vedetta poste alla foce del Tamigi o, ancora, le impalcature che ingabbiano la Statua della libertà in un restauro che non vuole alludere solo alla materia. Monumenti e luoghi iconici, reperti antichi e ricchi di storia restano immobili, arroccati in un dignitoso e distaccato silenzio. Vestigia ormai anacronistiche, private quasi del tutto del loro originario valore politico e etico, ma pur sempre riconoscibili e spendibili in un ideale ed estremo messaggio di riscatto.

DOVE e QUANDO

Inaugurazione mercoledì 26 ottobre alle ore 11.30
Biblioteca d’arte contemporanea “Guido Ballo”
Via Brera, 28 - Milano

La mostra rimarrà aperta fino al 29 gennaio 2023
(Chiuso dal 24 dicembre al 9 gennaio)
Lunedì, martedì, mercoledì, giovedì: 9.00 - 17.00
Venerdì: 9.30 - 17.00

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