Pietro Weber
Fabbricante di simboli 

Martedì 24 Maggio - ore 11.00 Aula 48 (ex Studio Hayez) e Online

Incontri con l'Arte

a cura di Sergio Nannicola e Maria Cristiana Fioretti,

Con Pietro Weber, almeno in questa occasione, gli Incontri con l’arte tornano in presenza nell’Aula 48 (ex Studio Hayez) del biennio di decorazione di Brera. Un incontro con un artista che ama plasmare la materia quanto trasfondere in essa la memora di un mondo ancestrale interconnesso  alla vita e alla storia dei luoghi, fisici e iconologici. I suoi simboli, come afferma l’artista, sono legati ad un mondo arcaico ancora privo di modelli religiosi da venerare. Con Pietro Weber continua l’esplorazione di quel mondo creativo antichissimo, nato migliaia di anni orsono, pratica che tuttavia resiste alle insidie del tempo e alle nuove tecnologie rigenerandosi ogni vol- ta attraverso l’uso concettuale e sperimentale del suo linguaggio artistico.

Dialogheranno:
Maria Cristiana Fioretti
Sergio Nannicola
gli Studenti del Biennio di Decorazione

 

DOVE E QUANDO

martedì 24 maggio 2022
ore 11:00
Aula 48 (ex Studio Hayez)

e sulla piattaforma di Google Meet Classroom del Biennio di Decorazione di Brera

Pietro Weber - Fabbricante di simboli

Pietro Weber, con i suoi altarini, i totem, gli oggetti modellati a mano libera dà forma a una memoria che ha sì a che fare con il pensiero e con la storia, ma che è strettamente legata alla vita, al sapore, alla temperatura di un luogo, di un viaggio e di un'esperienza.
Le forme che ritornano nelle sue opere affiorano nella terracotta come sintesi di suggestioni multiple, si mescolano e si contaminano dando vita a nuove soluzioni formali: i gatti magrissimi dalle zampe lunghe e i musi affusolati dell' Africa, gli uccelli della Cappadocia, gli stambecchi e i cervi delle montagne trentine si trasformano in anse e in beccucci, in silhouette difficilmente afferibili a un soggetto predeterminato perché trasformate in un pantheon di idoli senza nome, di icone laiche. Con essi Weber risale alle origini della storia dell'uomo, ci parla di un tempo o di un luogo in cui le religioni non hanno ancora consegnato all'uomo modelli da venerare o riprodurre, un tempo in cui tutto ciò che di pragmatico e di spirituale esiste, si fonda sul rapporto tra l'uomo e la na- tura, tra l' uomo e la terra.
I suoi idoli non si riferiscono a nessuna forma di spiritualità determinata: si configurano piuttosto come strumenti di indagine, di appropriazione,  nei confronti di culture e luoghi scoperti durante i numerosi viaggi attraverso immagini e forme simboliche. I soggetti, gli stili, le suggestioni formali si mescolano in un esercizio creativo che ha prima di tutto a che fare con la materia, con un processo di conoscenza che passa attraverso le mani, attraverso il tatto, attraverso il fare in presa diretta lasciando che immagini e simboli affiorino dalla memoria e si tra- sfondano all'impasto di terracotta per dare vita a una forma che non è mai predeterminata ma nasce da un approccio istintivo, forgiato da anni di pratica e inesausto innamoramento per la materia. Tratto da testo “A mano libera” di Jessica Bianchera.

Comunicato stampa

Manifesto