Shipwrecks Naufragi
31 maggio 2022
Prosegue il ciclo di incontri proposti dal Biennio di Decorazione dell’Accademia di Belle Arti di Brera con la presentazione del libro/catalogo, Shipwrecks/Naufragi di Alessandro Cipriani e Giulio Latini, a cura di Valentino Catricalà.
Lavoro interamente ispirato alla crisi esistenziale di popoli alla deriva. Un libro che tuttavia in qualche modo riguarda anche i valori della nostra Costituzione, oggi messa spesso alla prova quando si tratta di riconoscerne i suoi principi fondanti nei confronti di chi approda, naufrago sulle nostre coste o semplicemente transita da migrante, rifugiato, sfollato, profugo sul territorio del nostro Paese, l’Italia. Una pubblicazione che evidenzia quindi la complessità dell’accoglienza come della solidarietà, una emergenza esistenziale che per molti aspetti vuole ricordarci chi siamo e verso dove andiamo.
DOVE e QUANDO
Martedì 31 maggio 2022
ore 11.00
AULA 48 (ex Studio Hayez)L’incontro si terrà in presenza e online
(Collegamento su Google Meet Classroom)
“Il radicale naufragio del nostro esistere”. Così Giulio Latini, nella conversazione con Lorenzo Madaro qui pubblicata, descrive, in una battuta tanto complessa quanto diretta, la condizione esistenziale che trapela, trasuda, da ogni inquadratura della trilogia video Shipwrecks/Naufragi, opera oggetto di questo libro/catalogo. Un oggetto libro che ha l’obiettivo di racchiudere più di venti anni di lavoro e una produzione sviluppata in molte fasi diverse, qui ben documentate e accompagnate dai testi di eminenti studiosi come Guido Barbieri, Giovanni Bietti, Laura Cherubini, Marco Maria Gazzano, Lo-‐renzo Madaro. È agli inizi degli anni ’90 che Giulio Latini comincia a riflettere sui temi del naufragio in reazione agli eventi atroci vissuti da molti popoli all’epoca entrati in una guerra fratricida nei Balcani. Eventi feroci nella loro follia che costrinsero migliaia di persone ad emigrare anche in Italia.
Per la prima volta nella storia, abbastanza tardi rispetto ad altre nazioni europee, non eravamo noi italiani che cercavamo fortuna all’estero, ma era l’estero, un certo tipo di estero, che vedeva nell’Italia l’America, il paese della speranza e della salvezza, o, usando il titolo della celebre opera del regista Gianni Amelio, LAMERICA. Si addensano così in Latini le prime immagini delle migrazioni vei-‐colate da media all’epoca ancora elettronici, quali la televisione. Così la guerra, che per l’immaginario degli italiani apparteneva a mezzi di riproduzione meccanici in bianco e nero (così ab-‐biamo imparato a conoscere la Seconda Guerra Mondiale), era ora demandata a immagini elettroni-‐che della televisione o del video. La guerra, la migrazione, la sua documentazione, la sua traduzione in immagine, rappresentano così il bacino di partenza di un immaginario che si consoliderà in Latini dagli anni Novanta. È seguendo questo esercizio della ragione e del sentimento che Latini strutturerà un percorso di riflessione artistico e teorico che lo porterà a dialogare con l’opera d’arte simbolo del naufragio: La Zattera della Medusa (1819) di Géricault. Un capolavoro che in una immagine conden-‐sa tutta la crisi esistenziale di un popolo ormai alla deriva. “Il radicale naufragio del nostro esistere”, ci dice, dunque, Latini. Un naufragio, una condizione esistenziale che a ben guardare permea oggi tutta la società occidentale e che si rende evidente nel momento in cui entriamo in contatto con l’opera Scène de naufrage, destinata a dischiudere lo spazio e il tempo della trilogia audiovisiva Shi-‐pwrecks/Naufragi, preziosamente arricchita dal dialogo creativamente produttivo con il compositore Alessandro Cipriani.[...]
Valentino Catricalà