Entrare nella Storia e uscire nel futuro

Il Palazzo dove ha sede l'Accademia di Belle Arti deve il suo nome, Brera, al termine di origine germanica "braida" indicante uno spiazzo erboso. Sorto sul luogo di un convento dell'ordine degli Umiliati, il palazzo passò ai Gesuiti (1572) che nel secolo successivo ne affidarono la radicale ristrutturazione a Francesco Maria Richini (dal 1627-28).

Soppressa nel 1772 la Compagnia di Gesù, il palazzo ricevette un nuovo assetto istituzionale in cui, accanto all'Osservatorio Astronomico e alla Biblioteca già fondata dai Gesuiti vennero aggiunti nel 1774 l'Orto Botanico e nel 1776 l'Accademia di Belle Arti.

Mentre l'architetto Giuseppe Piermarini curava il completamento dell'edificio, l'Accademia iniziava così ad assolvere la sua funzione, secondo i piani dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria, di sottrarre l'insegnamento delle Belle Arti ad artigiani e artisti privati sottoponendolo "alla pubblica sorveglianza ed al pubblico giudizio".

Da allora il mondo è totalmente cambiato, ma la missione dell’Accademia di Brera è rimasta la stessa: affiancare giovani artisti provenienti da tutto il mondo nella loro crescita, garantendo loro gli strumenti e le esperienze necessarie per affrontare le complessità della contemporaneità.

Oggi il Palazzo di Brera è il punto di riferimento, il cuore pulsante della vita dell'Accademia che attraverso la Presidenza, la Direzione, le Segreterie e gli uffici amministrativi riescono ogni anno ad accogliere studenti da tutto il mondo ed è ancora lʼhabitat di coloro che dellʼarte vogliono fare il loro lavoro nel mondo presente. Tanti gli artisti noti passati da Brera come studenti e come docenti. Adolfo Wildt e Arturo Martini, Lucio Fontana e Fausto Melotti, Luciano Fabro e Alberto Garutti, sono solo alcuni tra gli artisti che testimoniano della stretta relazione tra arte e didattica. Forse “artisti” si nasce, ma molti lo sono diventati a Brera.